U.S.A. “hit and run”. Diario di un viaggio all’improvviso. Philadelphia

traveling by couchsurfing gives memories you would have never had

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… e qui viene il bello ora. Cercare di fare un riassunto delle puntate precedenti a distanza di una settimana.
Non sono uno scrittore e, sebbene gli indizi dicano il contrario, non mi interessa scrivere articoli. A me piace viaggiare e fare tanti “click” con la mia amata macchina fotografica per poi lasciare un piccolo ricordo in una sorta di diario personale. Questo diario, naturalmente, deve essere fatto più di immagini che di parole.

Dunque, il titolo vi suggerisce qualcosa. Hit and Run – mordi e fuggi – ma, sopratutto, “all’improvviso“. In meno di una settimana ho deciso di prendere le ferie ed approfittare dei ponti lunghi per il 25 aprile ed il 1° maggio ed una settimana in tutto è durato il viaggio. Sono stato altre volte negli Stati Uniti ma la mia meta questa volta era sconosciuta: New York City. La ricerca mi suggeriva aeroporti alternativi per un biglietto economico e quindi Washington e Philadelphia sono state le mie tappe prima di arrivare nella grande mela.

Questo viaggio – credo di averlo scritto prima da qualche altra parte – è stato il primo  in cui sono stato stato veramente indipendente. Non avevo nessuno che mi desse indicazioni, nessuno che mi venisse a prendere all’aeroporto e nessuno che mi portasse a zonzo per la città ed i posti che la mia curiosità mi suggeriva. Solo con me stesso ad affrontare la dimensione del viaggiatore ed a dismettere, finalmente, la dimensione del turista. A parole lo fanno in tanti ma nei fatti non è cosa semplice. Non è una critica ma una semplice constatazione. Uscire dalla dimensione del confort borghese per buttarti in quella del viaggiatore mette a dura prova le tue qualità e ti sbatte in faccia ogni paura e pregiudizio.

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Streets of Philadelphia, Buildings

Le mie scelte per gli alloggi sono state diverse, come diverse sono state quelle per i trasferimenti interni. A Philadelphia ho chiesto aiuto tramite couchsurfing e si è rivelata la migliore delle soluzioni. A New York City, invece, ho trovato alloggio tramite airbnb a Brooklyn e si è rivelata quella più difficile ma sicuramente affascinante. Mi piace pensare che ho vestito i panni del viaggiatore dei secoli scorsi. Uno di quelli che nello spirito di adattamento e nella curiosità trovava le sue più grandi risorse. E di spirito di adattamento ne ho avuto bisogno.

La mia prima tappa: Philadelphia

Atterrato a Washington verso le 3.00 del pomeriggio sono andato direttamente alla Union Station. La stazione centrale della Capitale degli Stati Uniti. La mia stanchezza mi ha fatto commettere un errore: prendere un taxi e dare fondo a buona parte dei dollari che avevo cambiato in Italia. Il tragitto verso la Union Station è stato lungo (l’ho scoperto al ritorno quando ho preso l’autobus) ma una volta arrivati dentro la città si sono parati davanti alla mia vista tanti edifici neo classici e interessanti sculture che mi facevano pensare a Roma… ad una copia della città eterna forse, ma comunque molto belli. Washington DC sarebbe stata la mia ultima tappa, dopo New York ma eventi mi hanno fatto decidere di ritornare a Philadelphia per una notte in più. Non mi è dispiaciuto. A Philadelphia sono arrivato dopo meno di due ore di viaggio in treno attraverso la campagna americana viaggiando accanto ad un omaccione intento a corteggiare una gentil donzella. Lui non mi ha degnato di attenzioni – per fortuna – ma ascoltare il suo modo di proporle di uscire è stato esilerante. I tentativi di eloquio in francese ancor più comici…
Devo ammettere una cosa: solo in aereo ho scoperto le notizie storiche di questa città che per me, fino ad allora, era solamente la città di Rocky. Scoprire che è stata il luogo che ha visto la dichiarazione di indipendenza, scoprire che proprio li ha rintoccato la Liberty Bell, mi ha fatto emozionare. Lo devo confessare, quella repubblica che nasce nel nuovo mondo pronunciando la libertà da una monarchia come quella Inglese, esercita un certo fascino su di me e mi fa dimenticare le forti contraddizioni ed i forti mali che affliggono il mondo occidentale. A Philadelphia, per di più, non si respira la retorica che ho “sentito” – anche se solo di passaggio – a Washington DC. Si respira genuina autenticità. Formalità buona. Va be’… non lo so spiegare ma spero lo avrete capito :)

Leslie è una sempre sorridente insegnante di inglese di origini vietnamite. Leslie è stata la mia host trovata tramite couchsurfing e mi sento in dovere di scrivere due parole sul suo conto. Lei mi ha fatto sentire accolto. Sentirsi accolti è una sensazione particolare. Di casa ne ho una sola e non posso trovarla sempre in giro per il mondo ma l’ospitalità, quell’antico costume che mette in contatto le genti del mondo, è cosa rara e preziosa. Non saprei come descriverla meglio e non saprei come ringraziarla. Forse queste righe sono un tentativo per farlo. Non ha perso tempo a farmi sentire a mio agio. Arrivato a casa sono stato accolto da quattro persone che mi portano a cena in un ristorante messicano. Al diavolo la stanchezza (ero in viaggio dalle 6.00 del mattino ed il mio fuso orario mi ricordava che erano quasi le 2.00 del giorno dopo). L’entusiasmo era tanto e non potevo permettermi il lusso di perdere momenti preziosi in cui assorbire tutto quello che l’umanità aveva da offrire.

the Old chevy

the Old chevy

Sono stato a Philadelphia due notti e tre giorni. Ho camminato senza sosta ed ho fatto tesoro di ogni singolo momento. Ho trovato quartieri ricchi di verde dove la gente tra una corsa ed una passeggiata con il cane ha il tempo di salutarsi e prendere un caffè in locali piccoli ma accoglienti.
Consiglio di visitare il centro storico (sembrerebbe esserci la prima strada lastricata del nuovo mondo o comunque la più antica tra quelle esistenti) e di puntare diritti all’Independence Hall  un parco che comprende una serie di edifici storici e musei tutti legati all’indipendenza ed alla nascita degli Stati Uniti come li conosciamo oggi. Si respira vera Storia e le passeggiate sono piacevoli. Philadelphia è una piacevole scoperta anche per gli amanti dei musei. Prima di New York la cittadina della Pennsylvania era il centro culturale degli USA e si vede. Ancora oggi c’è fermento, attività teatrali, mostre e musei. Basti pensare all’imponente edificio del Philadelphia Museum of Art, conosciuto dai locali come the steps e famoso nel mondo per la statua di Rocky ma – vi garantisco – una volta dentro si dimenticano i films e si pensa solo a godere della vista delle opere d’arte esposte.

Un’altra raccomandazione è di non mancare le vie delle castagne e delle noci. Chestnut e Walnut st. sono vie alla moda, piene di negozi e localini dove si può bere e mangiare sempre qualcosa di buono (sembrerebbe abbiano avuto questo nome per via dei fondatori quaccheri che non volevano dare eccessiva importanza agli uomini che erano tutti uguali al di sotto di Dio. Per cui tutte le città fondate da queste comunità hanno nomi di alberi, animali e numeri per identificare le strade). Non è cosa che faccio di consueto quando viaggio ma questa volta mi andava: sono stato in un ristorante italiano e devo dire che la lasagna era buona come a casa. La mia regola è di chiedere una pietanza il cui nome sia scritto bene in italiano. Da non mancare, infine, i vari Irish Pubs e birrerie dove si possono gustare oltre ad ottime birre, naturalmente, anche sfiziosità fritte che in Italia non ho mai provato.

Le strade di Philadelphia sono – come in molte altre città americane – un ricco ecosistema umano che un appassionato di fotografia come me non può mancare. Occasioni per fotografare architetture inusuali come grattacieli misti a palazzi ottocenteschi sono frequenti e personaggi intenti a camminare, correre o andare in bicicletta, sono l’ideale per chi vuole cimentarsi nello street photography.

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Streets of Philadelphia

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Avenue of the Arts Building

Conservo ancora il sapore delle chiacchierate con Leslie e la sua rumorosa comitiva, i suoni ed i rumori delle strade, le immagini ben impresse mentre stavo seduto ad osservare la gente passare con calma o con fretta, leggere o ascoltare musica e che aveva il merito di riempire quei momenti di riflessione. Credo che ritornerò a Philadelphia. Merita una migliore scoperta.

A questo punto dovrei scrivere di New York. La grande mela. Ma preferisco andare a dormire e quando avrò sfogliato le foto come oggi cercherò l’ispirazione per scrivere di questa città che non appartiene agli Stati Uniti ma è un concentrato del mondo, nel bene e nel male. Grazie per aver speso il vostro tempo.